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1. L'interesse

Correva l'anno 1961 quando decisi di interessarmi di preistoria e cominciai ad esplorare con interesse un masso che si trova in località Degnelone ai margini del paese di Ossimo. Un masso che porta incise delle coppelle, delle croci, e delle impronte fossilizzate di zoccoli di capra e da tutta la comunità conosciuto come il masso delle streghe.
Da allora cominciai anche a frequentare il parco di Naquane a Capo di Ponte, che allora era libero da recinzione ed era circondato da tanta bella natura spontanea e da campagna coltivata.
Fu allora che ebbi modo di conoscere un giovane archeologo israeliano che veniva in Valle Camonica da Parigi per studiare le nostre incisioni che ora, grazie soprattutto a lui, hanno avuto il riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell'UNESCO.
Questo giovane corrispondeva al nome di Emanuel Anati e soggiornava all'albergo S. Antonio di Capo Di Ponte, diventammo subito amici e così cominciai a frequentare le sue riunioni per la costituzione in valle del Centro Camuno di Studi Preistorici (C.C.S.P.).
Non partecipai alla costituzione che avvenne nel 1964 perché non rappresentavo nessuno, se non il mio entusiasmo per la materia e per il grande patrimonio che si trovava allora quasi esclusivamente a Capo di Ponte.
La preistoria entrò nel mio essere uomo che amava le origini e la cultura del territorio, la ricerca delle lontane radici di un popolo che le apparteneva.
Il mio interesse non venne mai meno e così ogni qualvolta potevo essere presente a dibattiti e visite alle incisioni non mancavo mai dall'essere presente.
Da sinistra: Zerla, Ghitti, Valgimigli e CamadiniNel 1968 Anati mi invitò a collaborare alla realizzazione del primo simposio sull'arte preistorica, allora io frequentavo lo studio di Franca Ghitti dove studiavo grafica, pittura ecc...
La Ghitti mi sollecitò ad operare perché si facesse il possibile per una buona riuscita della prima manifestazione di così alto valore culturale della nostra valle. La stessa Ghitti era presente perché una delle fondatrici del centro e nella foto accanto, da sinistra a destra, ci sono io, la Franca Ghitti, gli amici Giorgio Valgimigli e il dott. Giuseppe Camadini in una serata del Simposio 1968.
Fu da questi Simposi che si impostarono le premesse per divulgare in tutto il mondo le incisioni rupestri ed essere tra i primi candidati nel Patrimonio Mondiale dell'Unesco.
La passione alla preistoria, dopo questo bellissimo approccio, assieme alla pittura divenne sempre per me più interessante e coinvolgente, sia per l'amicizia che si era istaurata con Anati, la moglie Ariela e in seguito i figli Daniel e Miriam, sia per la moltitudine di persone di notevole spessore culturale provenienti da tutto il mondo che ebbi modo di conoscere e frequentare, e anche per alcuni valligiani che in parte già conoscevo.
Fu in questi anni che conobbi e accompagnai sulle rocce Gualtiero Laeng che fu tra i primi ad interessarsi delle incisioni, il prof. Paolo Graziosi archeologo, Tine e Bagolini, il sovrintendente Mario Mirabella, il prof. Bonafini di Cividate, il comm. Santo De Paoli, il prof. Oberto Ameraldi.
In questi anni Anati decise di tenere un corso di guide sulle incisioni rupestri, io partecipai e ne trassi tanto profitto, tanto è vero che per alcuni anni per passione decisi di fare anche la guida alle incisioni rupestri del parco di Naquane.


Nella foto si notano alcuni studiosi tra cui il comm. Santo de Paoli e Ausilio Priuli, io sono quello al centro con la barba.

Continua...


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